24/02/2023

Il motivo principale per la restituzione è “Non mi piace”

Restituzioni nel commercio online: Sempre più acquisti online vengono restituiti
Solo il 26 percento dei consumatori online tengono ciò che hanno acquistato online. La principale causa per la restituzione: “Non mi piace”. A rilevarlo è stato un recente e vasto sondaggio condotto dall’associazione tedesca del settore digitale Bitkom tra 1.024 consumatori online con più di 16 anni. “A questo enorme volume di restituzioni di merce è connessa una serie di problematiche in ambito logistico e della sostenibilità, ma anche relativamente alle abitudini di consumo”, sottolinea l’Unione commercio turismo servizi Alto Adige. “Fa riflettere anche il fatto che molti clienti mettano già preventivamente in conto la possibilità di restituire gli acquisti - cioè ordinare le merci online e restituirle senza alcuna spesa aggiuntiva.” Secondo il sondaggio, infatti, il 37 percento degli interpellati ha ammesso di avere ordinato almeno una volta più merce di quella che sarebbe realmente servita. L’esempio classico è lo stesso capo di abbigliamento in più taglie.

“Le restituzioni sono una componente fondamentale del modello commerciale soprattutto dei giganti dell’online, ed è in grado di causare loro un notevole impegno e costi elevati. Per la maggioranza della popolazione, tuttavia, gli effetti che la logistica legata all’andirivieni della merce ha sul traffico e sull’ambiente, ma anche sulla qualità della vita nei nostri paesi e città, non rappresenta una priorità”, ribadisce il presidente dell’Unione. Il commercio online ha consistenti effetti sui centri urbani e sulla mobilità locale delle merci – sotto forma di spedizioni e restituzioni – ma anche delle persone.

A questo proposito bisogna dare risposte chiare a domande quali ‘Come gestire e limitare il flusso di spedizioni’ oppure ‘Quali chance e possibilità possono offrire i nuovi modelli commerciali, i punti di ritiro e le metodologie alternative di consegna come cargo bike e simili’.

“Queste conoscenze ci spingono ad agire. Non possiamo rimanere semplici spettatori di ciò che avviene quotidianamente nei nostri centri urbani piccoli e grandi: un numero incalcolabile di furgoni li attraversa dall’alba al tramonto causando problemi al traffico e mettendone a rischio l’immagine complessiva. Intasano le nostre strade, generano traffico inutile e i loro autisti sono spesso sottoposti a pessime condizioni lavorative”, chiarisce Moser sintetizzando la situazione. A essere urgente e necessario è anche un ripensamento generalizzato delle abitudini d’acquisto.

Equa concorrenza
In quest’ambito l’Unione auspica anche il ristabilimento di una condizione di equa concorrenza. Ne fa parte soprattutto la parità di trattamento fiscale: “Le stesse regole devono valere per tutti – che si tratti di commercio stazionario od online, di piccole aziende o di colossi internazionali. Non è accettabile che i giganti, grazie a ottimizzazioni fiscali e trasferimenti in paradisi fiscali, paghino una quantità di tasse ridicola sui loro fatturati, mentre le aziende locali danno il loro contributo in termini di tasse e imposte”, conclude Moser.
 
Il presidente dell’Unione Philipp Moser.
 
 
 
 
 
 
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